Niente clausole Iva per 12,5 miliardi, di fatti sembra che siano stati sterilizzati gli aumenti che sarebbero dovuti scattare il 1° gennaio 2019.
Pensioni a quota 100, infatti il superamento della legge Fornero ha come obiettivo quello di garantire la possibilità di andare in pensione a chi tra età e contributi arriva a ‘quota 100′, probabilmente partendo dalla combinazione 62-38. Il costo preventivato è di 7 miliardi di euro e il meccanismo dovrebbe partire a febbraio.

Per il Reddito di cittadinanza e Centri per l’impiego servono 9 miliardi, a cui aggiungere un ulteriore miliardo destinato al rafforzamento dei centri per l’impiego. L’attivazione vera e propria della misura dovrebbe scattare in primavera. L’assegno da 780 euro, secondo quanto annunciato finora, subirà una sorta di monitoraggio degli acquisti. Il sostegno sarebbe garantito solo a patto di frequentare corsi di formazione e di prestare 8 ore a settimana di lavoro socialmente utile. Il reddito verrebbe meno dopo il rifiuto di tre offerte di lavoro.

Per la c.d. Pace fiscale sembra sia stato trovato un accordo, raggiunto dopo un lungo braccio di ferro sul decreto fiscale collegato alla legge di bilancio. Si stabilisce un’aliquota al 20% per sanare il pregresso di chi ha già presentato la dichiarazione dei redditi. Sarà prevista l’opzione di dichiarazione integrativa ma con la possibilità di far emergere fino a un massimo del 30% in più rispetto alle somme già dichiarate e comunque con un tetto di 100.000 euro. Per ridurre il contenzioso, si potranno inoltre sanare le liti con il fisco pagando senza sanzioni o interessi il 20% del non dichiarato in 5 anni in caso di vittoria del contribuente in secondo grado Parimenti, con la rottamazione ter delle cartelle Equitalia saranno cancellati sanzioni e interessi, dilazionando i pagamenti in 5 anni e arriverà lo stralcio delle minicartelle sotto mille euro accumulate dal 2000 al 2010.

Grazie al taglio delle pensioni d’oro il Governo ipotizza il recupero di 1 miliardo in 3 anni, operando taglio delle pensioni sopra i 4.500 euro netti al mese nella parte di assegno non coperta dai contributi pagati.

Novità anche sul fronte delle aliquote impositive, infatti il c.d. regime forfettario, attualmente al 15% per i professionisti con ricavi fino a 30mila euro e per le altre categorie con ricavi fino a 50mila euro, sarà esteso alla platea di autonomi, Snc, Sas e Srl che optano per il regime di trasparenza con ricavi fino a 65.000 euro. Dai 65.000 ai 100.000 euro si pagherebbe un 5% addizionale.

Sul fronte imposte per le società di capitali, l’aliquota IRES al 24% scenderebbe di 9 punti sugli investimenti in ricerca e sviluppo, in macchinari e in assunzioni stabili. Il costo sarebbe di 1,5 miliardi di euro. Tuttavia, per finanziare le agevolazioni fiscali alle imprese saranno abolite l’Ace, l’Aiuto alla crescita economica, e la mai nata imposta ridotta Iri, destinata al mondo delle Pmi e attesa dal primo gennaio 2019.

Dagli investimenti la spinta al Pil
Il capitolo investimenti è quello più gradito al ministro dell’Economia, Giovanni Tria. E’ previsto che valga lo 0,2 del Pil, pari a 3,5 miliardi. Oltre alle risorse finanziarie si punta a sbloccare gli investimenti a livello locale con uno sblocco dei bilanci dei Comuni (anche quelli in perdita) e con una revisione della soglia per gli appalti senza gara.